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I nuovi orizzonti della Mediazione riformata

InMediaLex • 13 gennaio 2025

Con la recente riforma, il legislatore ha introdotto significative innovazioni nel modello dell’incontro di mediazione. Il sistema, fondato sul primo incontro gratuito e principalmente orientato all’informazione delle parti – introdotto con la riforma del 2013 – necessitava, a dieci anni di distanza, di una revisione che lo rendesse più evoluto, in linea con l’esigenza di un equilibrio tra mediazione e giurisdizione, come indicato dalla Direttiva n. 52/2008 fin dal 2008.

I tempi erano maturi per una revisione radicale del modello italiano di mediazione, orientandolo verso una visione costituzionalmente ispirata, non più subordinata al processo, ma valorizzando il ruolo fondamentale della mediazione come strumento essenziale per la gestione dei conflitti tra le persone, contribuendo così a rafforzare le basi di un sistema poliedrico della giustizia civile.
La mediazione non è più concepita come un metodo subalterno, esclusivamente "alternativo" alla giurisdizione, ma come il cardine di una giustizia consensuale, improntata alla fiducia reciproca e alla coesione sociale.
In questo contesto, la mediazione evolve da semplice strumento deflattivo, utilizzato per ridurre il carico giudiziario, a un percorso più accessibile, adeguato e differente per l’accesso alla giustizia, mirato a promuovere lo sviluppo pieno della persona nel momento di crisi della relazione, nella comunità di cui essa fa parte. Un percorso che invita le persone coinvolte, al di fuori dei vincoli del contesto processuale, a partecipare in ottica solidaristica, per un dialogo costruttivo nel reciproco rispetto, con l’obiettivo di ricucire il tessuto sociale danneggiato dal conflitto.
In questo processo, le persone diventano protagoniste di un confronto effettivo, guidato da un mediatore imparziale e indipendente, supportato dagli avvocati delle parti. L’obiettivo è quello di individuare spazi per raggiungere un accordo amichevole, sano e duraturo.
Per la prima volta, il legislatore chiede alle parti di sedersi responsabilmente al tavolo negoziale, cooperando con buona fede e lealtà, nel rispetto reciproco, per trovare soluzioni che soddisfino tutte le esigenze. Non si tratta di un momento di conflitto pre-processuale, ma di un’occasione di pacifico confronto, finalizzato alla ricerca di un terreno comune per la composizione sostenibile degli interessi in gioco.
Le nuove disposizioni e l’intero sistema rinnovato dalla riforma mirano a trasformare l’approccio al conflitto, riscrivendo non solo il modello dell’incontro di mediazione, ma incentivandone l’utilizzo. In particolare, viene previsto un obbligo di tentativo di mediazione per alcune tipologie di contenzioso, al fine di sperimentare la mediazione prima che il conflitto venga formalmente instaurato davanti al giudice, evitando così l’incancrenirsi della disputa.
Per valutare l’impatto della nuova normativa, sarà necessario attendere che l’intero sistema entri a regime, compreso l’adeguamento dei mediatori e degli organismi di mediazione ai nuovi standard. Inoltre, sarà fondamentale il tempo necessario affinché le novità possano radicarsi e orientare le pratiche. Solo con il consolidarsi di buone prassi si potranno apprezzare i risultati, non solo in termini quantitativi, ma soprattutto sotto il profilo qualitativo.
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